La ricerca ha un profondo impatto sullo sviluppo della società moderna.
Nuove scoperte, nuove invenzioni danno un grande contributo al progresso delle nazioni.
Le nazioni in grado di innovare danno maggiore benessere ai propri cittadini.
Il progresso passa attraverso due fasi, quella della conoscenze, le scoperte demandate al mondo accademico e quella della implementazione, le invenzioni demandate al mondo delle imprese.
Il binomio del progresso è Scienza-Tecnologia.
Le risorse dedicate alla ricerca hanno un grande impatto nel conseguente sviluppo, ma altrettanto importante è la qualità della ricerca.
Science nel numero del 27 maggio dà grande risalto alle azioni del governo giapponese per aumentare l'impatto delle proprie università (Science: japan-tries-again-revitalize-its-research).
Una misura utilizzata è la percentuale di contributi scientifici che rientrano fra Highly citated papers.
Il Giappone negli ultimi 20 anni non ha fatto altro che retrogredire.
L'Italia invece ha migliorato la propria posizione passando dalla settima alla quinta posizione.
Risultato veramente notevole.
Purtroppo a questa eccellenza non corrisponde una struttura ed una dimensione adeguata della ricerca nel suo complesso.
Utilizzando i dati del recente rapporto di Clarivate sui paesi del G20 si rilevano ancora dopo 40 anni sempre gli stessi problemi.
Nel grafico sopra sono stati selezionati solo alcune nazioni e solo due misure: la spesa accademica e quella delle imprese. Il terzo parametro indicato è la percentuale di spesa di ricerca rispetto al PIL.
Si ha molta ricerca accademica rispetto a quello delle imprese.
Ciò potrebbe essere un vantaggio se vi fosse un buon coordinamento.
Nel 1987 fu varata la cosiddetta legge 64 che in teoria dava grandi vantaggi alle imprese che si coordinavano con gli enti di ricerca.
La legge fu poi abolita ed il vantaggio si tradusse in grande svantaggio.
Credo che anche in Italia sia necessaria una grande riflessione per migliorare la situazione...
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