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lunedì 5 giugno 2023

L'Italia nella trappola della poverta'

 Questa sera ai telegiornali hanno pubblicizzato le nuove emissioni del tesoro che sono praticamente al 4 % per ben 4 anni. Cio' vuol dire che il nuovo ciclo economico si sta mettendo veramente male per l'Italia.
L'attuale buona prestazione e' dovuta al PNRR ed e' quindi uno sviluppo che non puo' durare nel tempo, in quanto legato non alla capacita' di sviluppo ma alla iniezione di capitali.

La trappola delle poverta' scatta quando si pagano interessi piu' alti del proprio tasso di sviluppo.
Nel 1993 l'Italia era cascata in una trappola ancora piu' profonda: era stata costretta ad emettere titoli di stato trentennali al 9.25 %.
Adesso la situazione e' migliore, ma per niente felice.
Un tasso di interesse del 4 % per la Stato impone le societa' industriali e commerciali di pagare un tasso anche maggiore e poche societa' possono essere sicure di aver poi un rendimento maggiore.
Si avra' pertanto un grosso freno allo sviluppo.
Anche i mercati finanziari ne soffriranno.

Lo sviluppo delle industrie e' legato agli investimenti.
In genere le societa' piu' innovative, quelle che crescono di piu', ricorrono a prestiti per finanziari gli investimenti, ma devono essere certi di avere un ritorno dagli investimenti maggiore del tasso di interesse richiesto.
Chi puo' essere certo di avere un rendimento maggiore di quello offerto dallo stato che in serie difficolta' con il deficit ed i debiti accumulati offre tassi di interesse assurdi?
Lo stato strangola lo sviluppo

sabato 7 gennaio 2023

The end of magical thinking: Brexit

 Brexit in Inghilterra e' un termine politicamente scorretto. Neanche The Economist, dichiaratamente contro il Brexit, ha il coraggio di usarlo in copertina.


Usa invece il termine: The end of the magical thinking e l'immagine riportata sopra.
https://www.economist.com/leaders/2023/01/05/a-realistic-path-to-a-better-relationship-between-britain-and-the-eu
Il link sopra porta ad un sommario, che credo sia disponibile anche ai non abbonati, che appare nell'edizione del 7 gennaio.
Vi e' anche un altro articolo con molti dati economici.   
Riporto invece dei dati piu' semplici che ho cercato e calcolato da me.

Al momento l'economia inglese sembra al collasso.
A parte le difficolta' di NHS, vi sono problemi anche piu' banali ma di grande impatto.
Si ha difficolta' a trovare anche le pillole per il controllo della pressione, prescritte a ben 5 milioni di inglesi. La mia prescrizione non arriva da 10 giorni.
E' prevista, almeno secondo The Guardian, un'altra crisi alla frontiera con la Francia, con code di oltre due giorni.

I problemi piu' gravi ed immediati sono
- la serie infinita di scioperi in tutti i settori,
- l'inflazione all'11 %
- il cambio precipitato sia rispetto al dollaro che rispetto all'euro,


Il cambio e' uno strumento finanziario infame: rende tutta la nazione piu' povera senza che la maggioranza di cittadini se ne renda conto.

Molti altri parametri economici sono fortemente negativi, fra questi le esportazioni e gli investimenti.
L'Inghilterra fino al 2014 aveva una crescita maggiore di tutti i paesi europei, adesso non piu'
Ma al momento i ricavi dalle vendite dei prodotti petroliferi del mar del Nord mascherano un po' al triste situazione.


I dati sono presi da The World Bank.
A partire dal 2014 l'Inghilterra ha una crescita confrontabile a quella dell'Italia.

Alcune considerazioni finali.
L'Inghilterra e' entrata a far parte dell'Unione Europea nel 1973, 14 anni dopo la sua fondazione, ma in realta' e' stata sempre fuori di tutto: dall'ECU, Euro dopo, all'accordo Schengen.
Adesso anche nello spazio vuole fare in proprio.
Non ha mai capito il valore della cooperazione. Incluso il campo della ricerca
Il solo politico di rilievo che ha capito il senso dell'Europa e' Gordon Brown.
Ma per la maggioranza di inglesi il referendum voleva dire soltanto se erano Inglesi o meno.






martedì 28 giugno 2022

La qualità della ricerca

La ricerca ha un profondo impatto sullo sviluppo della società moderna.
Nuove scoperte, nuove invenzioni danno un grande contributo al progresso delle nazioni.
Le nazioni in grado di innovare danno maggiore benessere ai propri cittadini.
Il progresso passa attraverso due fasi, quella della conoscenze, le scoperte demandate al mondo accademico e quella della implementazione, le invenzioni demandate al mondo delle imprese.
Il binomio del progresso è Scienza-Tecnologia.