venerdì 1 marzo 2024

La grande depressione e l'aspettativa di vita: tirate la cinghia e vivrete piu' a lungo.

 


The bread line, da Science. La coda per il pane.
La grande depressione, che colpi' gli Stati Uniti nel 1929, ebbe profonde ripercussioni sulla vita degli americani, ma vi un aspetto positivo messo in evidenza recentemente. L'aspettativa di vita degli americani aumento' da 57 anni nel 1929 a 63 anni nel 1933.

Al momento attuale in tutto il mondo si sta assistendo ad enorme diffusione dell'obesita' che in paesi come gli Stati Uniti sta contribuendo alla riduzione dell'aspettativa di vita.
Anche a livelli modesti di soprappeso l'obesita contribuisce, quanto meno, all'aumento dell'incidenza del diabete, che finisce sicuramente per peggiorare la qualita' della vita.

Il percorso passa attraverso la sopra produzione di un ormone, IGF-1, Insulin like Growth Factor, che ha vari effetti sull'orgnismo. Il principale e' quello d'indurre l'insulin resistance, primo passo verso il diabete, il secondo e' quello di promuovere l'invecchiamento precoce.
Se volete approfondire su pubmed sotto censiti ben 102 mila articoli, ma se vi limitate allo scorso anno ed agli effetti come promotore del diabete avete da scegliere solo fra 4000 mila articoli.

Se volete risparmiare tempo e fatica basta che digiunate per tre giorni e dimezzerete il valore del vostro IGF-1, parola del prof Longo. 
https://www.valterlongo.com/fasting-mimicking-program-and-longevity/
Lo abbiamo conosciuto a Palermo nel 2011 ed ha inspirato il lavoro.
https://giuseppeferla.blogspot.com/2016/03/longevita-fra-guerre-ed-epidemie-sigg.html

Conclusioni.
Tirate la cinghia e vivrete felici e più lungo



domenica 11 febbraio 2024

Obesita', il punto di non ritorno: BMI ed il giro vita

 Ogni anno la rivista Science sceglie il break-throw piu' significativo dell'anno.
Quest'anno la scelta e' stata la cura dell'obesita'.
Obesity meets its match.
Si tratta ovviamente di un progresso durato decenni, ma che quest'anno ha raggiunto una svolta decisiva, oltre ad Ozempic almeno altri sei medicinali sono disponibili e molti altri sono in sviluppo per il controllo dell'obesita'. 
Un punto interessante dell'editoriale di Scienze e che oltre al rimedio la ricerca mette fine allo stigma associato alla obesita': il ritenere che sia legato a mancanza di volonta' ed a debolezza di carattere.

In effetti la regolazione delle varie funzioni dell'organismo e' legata al sistema endocrino che attraverso la trasmissione, emissione e ricezione di piccole molecole regola le varie funzioni dell'organismo.
In questo caso la molecola chiave e' la GLP-1 una molecola di circa 30 mila unita' di massa (peso dell'idrogeno) che svolge importanti funzione nella regolazione della produzione dell'insulina, nella velocita' di digestione e soprattutto  nel segnalare che siamo sazi.

Il tessuto adiposo emette i suoi segnali e oltre certi livelli genera delle piccole molecole che causano infiammazione cronica e confondono il sistema immunitario rendendo l'organismo suscettibile ad alcune forme di cancro e aumenta anche la infertilita'.
Gli effetti principali sono l'aumento della prevalenza del diabete, l'insorgenza di problemi del sistema cardio-circolatorio ed delle articolazioni.
La riduzione dell'aspettativa di vita di ben un anno ogni 4 chili di soprappeso oltre il limite dell'obesita'

Attualmente l'indicatore piu' noto dell'obesita' e' il
 BMI (Body Mass Index calcolato come Peso in kg/(altezza in metri)^2.

Il limite tra soprappeso ed obesita' e' BMI> 30.
Questo limite ha vari inconvenienti.
Il principale e' costituito dai falsi normali sarcopenici cioe' persone apparentemente magre , ma solo perche' con scarsa muscolatura.
Un problema non ancora ben studiato e' il limite dell'obesita' che ancora ci permette il controllo del nostro peso e quando i segnali emessi dal tessuto adiposo sono tali che perdiamo il controllo della nostra alimentazione a causa di segnali di fame senza che vi sia reale necessita' di mangiare.
Esiste cioe' un  punto di non ritorno, a meno di interventi medici notevoli..
E' meglio starne ben lontani, 

NIH americano ed il NICE inglese stanno introducendo limiti per il giro vita, che molti lavori indicano come piu' affidabile nel predire la soglia di inizio dei problemi.

Il giro vita ideale e' poco meno della meta' dell'altezza cioe'
         Circonferenza della vita/Altezza < 0.49.
I problemi, non solo estetici, iniziano quando si e' al disopra di 0.59.
NIH americano semplifica le linee guida ponendo il limite per le donne a 88 cm e per gli uomini a 102 cm. Per le donne per ogni cm di giro vita in piu' aumenta l'incidenza della infertilita' del 2 %.

La cura della salute.
Credo che molte persone sovrappeso, pur senza aver perso il controllo del proprio peso, hanno difficoltà' a ridurlo.
Il confine con la malattia e' piuttosto sfumato e molte volte la pancia e' accettata senza problemi. Invece occorre fare attenzione e qualche sforzo per ridurla.
Una cosa da non fare e' fare dieta senza fare esercizio fisico,
Il nostro organismo ha piu' capacita a ridurre i muscoli che a bruciare grasso.
Ad ogni ciclo dimagrimento - guadagno di peso ci si ritrova con una muscolatura non piu' ridotta e con grasso in piu', anche se apparentemente abbiamo recuperato la forma,
Alcuni consigli.
E' difficile avere la meglio sull'abitidine di mangiare per tutta la giornata, ma se ci concentra su alcuni punti e' facile acquisire buone abitudini.
- Ridurre le ore della giornata in cui si può mangiare, ad esempio non prima delle 10 e non dopo le 8 di sera,  e qualche ora nel pomeriggio.
- Durante la giornata non fare il ruminante.
- Non  mangiare davanti al frigo.
- Se si prepare un pasto non e' necessario assaggiare ogni cosa durante la preparazione.
- Se si e' al ristorante individuare il commensale che mangia piu' lentamente degli altri ed imitarlo.
- Ovviamente ridurre le porzioni
- Al ristorante evitare le false partenze, aspettate che qualcuno inizi a mangiare.
- Non siate gli ultimi a finire, eventualmente lasciate qualcosa nel piatto.
Infine, tenete conto che non tutte le battaglie possono essere vinte.
Un caro amico, MM, quando comprava dei pantaloni oltre la taglia piu' piccola comprava anche la taglia piu' grande, fa stare piu' comodi e si vive senza restrizioni.. 

Per chi volesse approfondire, consiglio 
Science 15 December 2023.
Gli articoli piu' citati di Juris J Meier
Nature Reviews Endocrinology

Spero di raccogliere altri dati dagli amici sportivi, dell'universita' e da ST per confrontare i due criteri BMI e giro vita/altezza.






Nel grafico sopra in ascissa il BMI ed in ordinata il rapporto fra la circonferenza  della vita (misurata nella sezione poco piu' alta dell'ombelico ed il mastro parallelo al pavimento) e l'altezza.
La dimensione del punto e' proporzionale all'attivita' sportiva.
Il punto di dimensioni maggiori e' al limite degli atleti professionisti.

Vi sono pochi punti
Per chi volesse contribuire il mio indirizzo e'
pino.ferla@gmal,com
Occorre dare:eta, altezza, peso, giro, attivita' sportiva (corsa o nuoto in minuti),  per chi non fa nessuna attivita' sportiva eventuali passeggiate.

Per chi ha piu' di 60 anni usare l'altezza attuale e non quella dei 20 anni (tutti perdiamo un po' di altezza). Il quadrante in alto a destra e' la regione dove e' meglio non essere.
Se comunque si vuole valutare bene la propria situazione la soluzione piu' semplice e' usare una bilancia ad otto elettrodi, molte farmacie ne sono munite.
Danno anche 20 dati. Qualcuno puo' essere piuttosto deprimente.
Personalmente mi porto in giro 6 chili di grasso viscerale (la cosa non fa molto piacere) ed ho gia' il 15 % di muscoli in meno nelle braccia.
Una consolazione la muscolatura delle gambe si mantiene ancora: 14.4 la gamba destra e 11.1 kg la sinistra. La differenza anche se piccola e' riscontrabile con il metro.
Purtroppo la elaborazione dei dati non e' sufficientemente standardizzata, per cui occorre usare sempre la stessa bilancia.

L'eta' ed il peso



Alcune considerazioni.
Al momento si hanno pochi punti, ma e' chiaro che il criterio del rapporto girovita/altezza e' piu' restrittivo del criterio del BMI: ben cinque su tredici dei partecipanti all'indagine sono in zona di preallarme, quanto meno per il diabete.
L'attivita' sportiva e' il toccasana, ma anche senza ben tre amici non propriamente sportivi sono ben entro entrambi i limiti.
Una raccomandazioni a chi e' fuori dei limiti, oltre ad un buon controllo medico, e' meglio fare uno sforzo per rientrare entro i limiti di sicurezza.

La staffetta farmaco-volonta'
I vari farmaci in commercio cura l'obesita' alterando i segnali emessi dal tessuto adiposo interrompendo il circolo assimilazione del cobo appetito.
Non vengono sanati i difetti del circolo metabolico.
Completata la cura, perso peso si rischia di riguadagnare quello che si e' perduto.
Una volta perso peso, o con farmaci o con altri interventi si rischia di tornare al punto di prima.
Il periodo di grazia quando non si ha appetito o non si riesce a mangiare va utilizzare per creare buone abitudini.
Vedi i vari suggerimenti sopra.
Le buoni abitudini ci consentiranno di non aver ulteriormente bisogno di farmaci.
Purtroppo questa semplice verita' non e' sufficientemente propagandata.








venerdì 12 gennaio 2024

Ricercatori eccellenti

 Clarivate, come ogni anno, il15 novembre scorso ha pubblicato la lista dei ricercatori che negli ultimi 10 anni hanno avuto il maggior numero di citazioni.
https://clarivate.com/highly-cited-researchers/
Il numero di ricercatori selezionato nelle varie discipline e' di 7125.
Un lavoro e' considerato molto citato se rientra fra l'un percento dei lavori piu' citati tra quelli pubblicati nello stesso anno. La finestra di osservazione e' 11 anni, i dati sono estratti da ISI e sono esclusi i lavori con piu' di 30 autori.
Il sito e' una miniera di dati.
Lo scorso anno ho impegnato abbastanza tempo per trarre delle considerazioni sul valore del h-index nelle vari discipline. 
https://giuseppeferla.blogspot.com/2023/01/h-index-nelle-varie-discipline.html


Quest'anno mi limito a riportare pochi dati e le mie opinioni.
Le opinioni, come tali risentono della propria esperienza e possono non essere condivise.
I dati come tali sono piu' oggettivi, anche se vi e' qualche difficolta' a definire cosa esattamente misura l''h-index, o meglio la relazione tra h-index e contributo all'avanzamento della scienza e della tecnologia.


La mia prima impressione e' che l'Italia sia poco rappresentata.



L'Italia e' rappresentata da 115 ricercatori, ma Francia e Spagna sono circa nella stessa posizione.

L'Inghilterra con ben 574 ricercatori e' di fatto la patria della ricerca, superando di molto anche gli Stati Uniti se si tiene conto della popolazione

Bisogna tenere conto che dall'Inghiterra e' partita la rivoluzione industria e che l'impero si e' dissolto meno di 70 anni addietro e che ben 400 mila studenti scelgono di studiare in Inghilterra, contribuendo anche al riequilibrio della bilancia commerciale.

Qualche sorpresa anche nei paesi con meno di 100 ricercatori molto citati.


In particolare il Giappone con solo 90 ricercatori, ma in questo caso non credo che il numero di citazioni  rappresenti adeguatamente la ricerca in Giappone..

Altra sorpresa e' quanto poco rappresentata sia Scienza e Tecnologia.




Bisogna tuttavia notare che per quasi la meta' dei ricercatori manca il settore della ricerca.
Ciò riguarda tutti i ricercatori con doppia affiliation.
La cosa potrebbe influire sulla correttezza della partizione riportata.
La ricerca nel campo clinica e' ben rappresentata.

Una ulteriore sorpresa e' nell'ingegneria. 


L'Italia ha solo due ricercatori, fra l'altro con affiliazione incerta.
Pierluigi Siano, di Salerno con affiliazione King Saud University, Arabia Saudita
Ewan Dunlop. commissione Europea di origine belga

Molto stranamente manca il professore Luigi Fortuna, che ha un h-index di 75 e numero di citazioni maggiore di quello di molti componenti della lista.
Manca anche il professore Francesco Priolo, ma l'assenza potrebbe essere dovuta alla finestra temporale utilizzata, gli ultimi 10 anni.

Una sorpresa la rilevante presenza dell'universita' di Catania in Agricultural Sciences con ben quattro presenze.
Ecco comunque la lista completa

Name                 Affiliation
Silvia Angeletti University Campus Bio-Medico - Rome Italy, Italy
Spinello Antinori University of Milan, Italy
Paolo A. Ascierto Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale, Italy
Francesco Asnicar University of Trento, Italy
Corrado Barbui University of Verona, Italy
Alberto Bardelli University of Turin, Italy
Matteo Bassetti University of Genoa, Italy
Maurizio Battino Marche Polytechnic University, Italy
Domenico Benvenuto University Campus Bio-Medico - Rome Italy, Italy
Antonio Biondi University of Catania, Italy
Giuseppe Biondi      Sapienza University Rome, Italy
Paolo Boffetta         University of Bologna, Italy
C. Bonini        Vita-Salute San Raffaele University, Italy
Stefano Bresciani University of Turin, Italy
Lorenzo Bruzzone University of Trento, Italy
Elisabetta Bugianesi University of Turin, Italy
Raffaele Capasso University of Naples Federico II, Italy
Alberico L. Catapano University of Milan, Italy
Michele Cavo         IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Italy
Maurizio Cecconi Humanitas University, Italy
Vanna Chiarion-Sileni IRCCS Istituto Oncologico Veneto (IOV), Italy
Adriano Chio          A.O.U. Citta della Salute e della Scienza di Torino, Italy
Massimo Ciccozzi University Campus Bio-Medico - Rome Italy, Italy
Fabio Ciceri         Vita-Salute San Raffaele University, Italy
Giancarlo Comi IRCCS Ospedale San Raffaele, Italy
Maurizio Corbetta University of Padua, Italy
Lucio Crino         IRCCS Meldola (IRST), Italy
Giuseppe Curigliano       University of Milano (UniMi), Italy
Filippo De Angelis University of Perugia, Italy
Maria De Angelis Universita degli Studi di Bari Aldo Moro, Italy
Alfredo De Massis Free University of Bozen-Bolzano, Italy
Manlio Del Giudice Link Campus University, Italy
Daniele Del Rio University of Parma, Italy
Francesca Demichelis University of Trento, Italy
Laurent Drouet Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Italy
Ewan D. Dunlop Commiss European Communities, Italy
Danilo Ercolini University of Naples Federico II, Italy
S. Esposito         University of Milan, Italy
Giovanni A. Fava University of Bologna, Italy
Massimo Filippi Vita-Salute San Raffaele University, Italy
Giancarlo Fortino University of Calabria, Italy
Claudio Franceschi University of Bologna, Italy
Federico Frattini Polytechnic University of Milan, Italy
Giovanni B. Frisoni IRCCS Fatebenefratelli, Italy
Francesco Gai        Istituto Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA-CNR), Italy
Massimo Galli University of Milan, Italy
Fabio Galvano University of Catania, Italy
Marina  Garassino Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori Milan, Italy
Cecilia Garlanda Humanitas University, Italy
Antonio Gasbarrini Catholic University of the Sacred Heart, Italy
Laura Gasco         University of Turin, Italy
Amalia Gastaldelli Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Italy
Mauro Giacca         International Center for Genetic Engineering & Biotechnology (ICGEB), Italy
Daniele  Giacobbe University of Genoa, Italy
Francesca Giampieri Marche Polytechnic University, Italy
Filippo Giorgi         Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP), Italy
Andrea Giustina Vita-Salute San Raffaele University, Italy
Marco Gobbetti Universita degli Studi di Bari Aldo Moro, Italy
Justyna Godos         University of Catania, Italy
Giulia Grancini University of Pavia, Italy
Giuseppe Grosso University of Catania, Italy
Angelo A. Izzo University of Naples Federico II, Italy
Sascha Kraus         Free University of Bozen-Bolzano, Italy
Carlo La Vecchia University of Milan, Italy
Francesco Landi Catholic University of the Sacred Heart, Italy
Giuseppe Lippi University of Verona, Italy
Franco Locatelli IRCCS Bambino Gesu, Italy
Amedeo Lonardo Universita di Modena e Reggio Emilia Hospital, Italy
Aldo Pietro Maggioni Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Italy
Michele Maio         University of Siena, Italy
Mario Mandala ASST Papa Giovanni XXIII, Italy
Liberato Manna Istituto Italiano di Tecnologia - IIT, Italy
Alberto Mantovani Humanitas University, Italy
Anna Marchese University of Genoa, Italy
Vincenzo Mazzaferro Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori Milan, Italy
Giampaolo Merlini University of Pavia, Italy
Francesco Montorsi IRCCS Ospedale San Raffaele, Italy
Antonella Muraro University of Padua, Italy
Paolo Nannipieri University of Firenze, Italy
Gianfranco Parati IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Italy
Edoardo Pasolli University of Trento, Italy
Stefano Passerini Sapienza University Rome, Italy
Paolo Pelosi        University of Genoa, Italy
Marco Perugini University of Milano-Bicocca, Italy
Antonio Pesenti University of Milano-Bicocca, Italy
Annamaria Petrozza Istituto Italiano di Tecnologia - IIT, Italy
Antonio  Petruzzelli Politecnico di Bari, Italy
Giovanni Pezzulo Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Italy
Stefano Piccolo University of Padua, Italy
Marco Polini         University of Pisa, Italy
Francesco Regoli Marche Polytechnic University, Italy
Giuseppe Remuzzi IRCCS Mario Negri, Italy
Maria A. Rocca Vita-Salute San Raffaele University, Italy
Gian M. Rossolini University of Florence, Italy
Marco Sandri         University of Padua, Italy
Gabriele Santoro University of Turin, Italy
Franco Scaldaferri Catholic University of the Sacred Heart, Italy
Achille Schiavone University of Turin, Italy
Veronica Scuotto University of Naples Federico II, Italy
Nicola Segata         University of Trento, Italy
Antonio Sica         University of Eastern Piedmont Amedeo Avogadro, Italy
Salvatore Siena University of Milan, Italy
Riccardo Soffietti A.O.U. Citta della Salute e della Scienza di Torino, Italy
Maria Pia Sormani University of Genoa, Italy
Cora N. Sternberg Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, Italy
Giovanni Targher University of Verona, Italy
Adrian Tett         University of Trento, Italy
Alessandro Vannucchi University of Florence, Italy
Marco Ventura University of Parma, Italy
Giuseppe Viale University of Milan, Italy
Claudio Viscoli University of Genoa, Italy
Silvio Vismara University of Bergamo, Italy
Antonio Vita          University of Brescia, Italy
Alberto Zangrillo Vita-Salute San Raffaele University, Italy

Tra le universita' inglesi con maggior numero di ricercatori eccellenti al primo posto vi e'
Oxford con 62 ricercatori, segue University College of London con 55, Cambridge con 48, Imperial College con 33. Ecco  la lista con il campo di ricerca, quando disponibile.

First name last name category
Jesper L. R. Andersson Neuroscience and Behavior
Gwenaelle Douaud Neuroscience and Behavior
Saad        Jbabdi  Neuroscience and Behavior
Karla L.        Miller   Neuroscience and Behavior
Thomas E. Nichols Neuroscience and Behavior
Jacqueline Palace Neuroscience and Behavior
Stephen M. Smith Neuroscience and Behavior
Patrick J. Waters         Neuroscience and Behavior
Douglas G. Altman Clinical Medicine
Gary S. Collins         Clinical Medicine
Stephen Harrison         Clinical Medicine
Peter Juni                 Clinical Medicine
Ian D. Pavord          Clinical Medicine
Richard Peto                 Clinical Medicine
Andrea Cipriani Psychiatry and Psychology
Catherine Crane Psychiatry and Psychology
Daniel Freeman Psychiatry and Psychology
Willem Kuyken Psychiatry and Psychology
Philip McGuire Psychiatry and Psychology
Andrew Przybylski Psychiatry and Psychology
Samir El Andaloussi Pharmacology and Toxicology
Stavros Petrou Pharmacology and Toxicology
Matthew Wood Pharmacology and Toxicology
Derrick W.Crook Immunology
Fiona Powrie Immunology
Iain McCulloch Materials Science
Henry J. Snaith Materials Science
Douglas Altman Social Sciences
Gary S. Collins Social Sciences
Michael Johnston Environment and Ecology
Henry J. Snaith Environment and Ecology
Henry J. Snaith Chemistry
Peter Simmonds Microbiology
Yulin Chen Physics
James M. Ball
Samir Bhatt
Peter G. Bruce
Christopher D. Buckley
Rory Collins
Jeremy J. Farrar
Seena Fazel
Seth Flaxman
Kevin R. Foster
John R. Geddes
H. Charles J. Godfray
Trisha Greenhalgh
Jim W. Hall
Paul J. Harrison
Laura M. Herz
Peter Horby
Yadvinder Malhi
Robert A. McCutcheon
Jane P. Messina
Stefan Neubauer
Timothy E. A. Peto
Andrew J. Pollard
Peter M. Rothwell
Peter Scarborough
Nicole E. Stoesser
Felicity Waite
Ann Sarah Walker
Daniel J. Wilson

Un'ultima osservazione nel 2022 sono stati pubblicati poco piu' di 5 milioni di articoli da poco meno di due milioni e mezzo di ricercatori mentre il numero di ricercatori che pubblicano articoli che rientrano fra  l'un percento dei piu' citati e' solo 7125.
La distribuzione dell' eccellenza ha evidentemente una pendenza maggiore che la distribuzione della ricchezza.  Ma questo e; un altro soggetto.

Ringrazio Francesco Moschella per avermi fornito i dati dal 2013 al 2023.
Prego di segnalarmi errori od omissioni per le dovute correzioni
G. Ferla
pino.ferla@gmail.com


domenica 25 giugno 2023

La popolazione in Italia. Un problema prioritario, dati statistici.

 



Il 1964 ha segnato la fine del baby boom.
I nati furono oltre un milione. Da allora il numero di nascite ha continuato a diminuire; con la crisi del 2008 la tendenza ha subito una ulteriore accelerazione. Le nascite nel 2021 sono state poco piu' di 400 mila, grazie anche anche ai 54 mila nati da cittadini stranieri.
I problemi  che la pubblica amministrazione deve affrontare sono enormi.
In questo e nei prossimi blog saranno date: delle indicazioni statistiche del problema, delle indicazioni sulle conseguenze sulla sanita', sulla educazione, sulla economia e sulla finanza.
Affrontare il problema come un problema di asili e sulla necessita' di invertire l'andamento e' riduttivo e sbagliato.
Il problema e' in essere da oltre 70 anni e sicuramente procedera' per almeno altri 40 anni.
Occorre trovare soluzioni innovative e che siano perseguibili per lungo tempo.

Nel grafico sopra e' indicata la popolazione residente.
La curva in nero ripartisce la popolazione con un numero di nascite costante nel tempo.
Si osservi come l'eccesso di nascite del baby boom comincia gia' a raggiungere l'eta' della pensione, ma il grosso del baby boom ancora lavora. 
Abbiamo un eccesso di lavoratori rispetto alle altre due fasce, quella dell'educazione e quella della pensione. Questo non puo' che avere un effetto positivo sui coni economici della nazione.
Si tenga anche conto che la maggior parte dei  costi della sanita' sono concentrati nell'eta' senile.
Ci sia avvia quindi verso una situazione in cui quasi un milione di cittadini raggiungera' l'eta' della pensione e solo 600 mila giovani si avvicinano all'eta' lavorativa.

La situazione e' anche peggiore: negli ultimi 20 anni si e' avuto un flusso netto di migrazione notevole.
Su 59 milioni di residenti 5 milioni sono stranieri.
Nella fascia di eta' tra i 32 ed i 42 anni gli stranieri costituiscono il 20 % della popolazione.
Gli immigrati non sono dottori come in Inghilterra dove vi e' un gran numero di medici indiani o pachistani ma persone poco qualificate, la stragrande maggioranza lavora sia pure in nero o in attività marginale ed a scarsa produttivita'.
Il flusso migratorio fa si che apparentemente la riduzione della popolazione sia solo del tre per mille.
Se non si tiene conto dei flussi migratori non si ha un quadro chiaro della situazione,

Un altro aspetto importante e' la ripartizione della riduzione della popolazione sia geograficamente sia rispetto alle dimensioni dei centri urbani.

Nella figura sono rappresentati gli otto mila comuni in relazione alla variazione di popolazione negli ultimi 10 anni.
In rosso i comuni che perdono abitanti, in giallo i comuni con modesta variazione, in verde quelli in crescita ed i blu le poche citta' dove la popolazione decisamente cresce.
Si nota subito come il problema interessi principalmente il sud del paese.
In Lombardia, Emilia Romagna si ha una modesta crescita, dovuta ai movimenti migratori.
Roma e Milano hanno una buona crescita.



Un aspetto molto importante e' la variazione della popolazione in funzione della dimensione del centro.
Molte cittadine al di sotto di 10 mila abitanti hanno avuto riduzioni della popolazione anche oltre il 10 percento, Variazioni cosi grandi rendono difficile garantire un adeguato servizio sanitario ed una adeguata istruzione e mettono a dura prova i bilanci comunali.





lunedì 5 giugno 2023

L'Italia nella trappola della poverta'

 Questa sera ai telegiornali hanno pubblicizzato le nuove emissioni del tesoro che sono praticamente al 4 % per ben 4 anni. Cio' vuol dire che il nuovo ciclo economico si sta mettendo veramente male per l'Italia.
L'attuale buona prestazione e' dovuta al PNRR ed e' quindi uno sviluppo che non puo' durare nel tempo, in quanto legato non alla capacita' di sviluppo ma alla iniezione di capitali.

La trappola delle poverta' scatta quando si pagano interessi piu' alti del proprio tasso di sviluppo.
Nel 1993 l'Italia era cascata in una trappola ancora piu' profonda: era stata costretta ad emettere titoli di stato trentennali al 9.25 %.
Adesso la situazione e' migliore, ma per niente felice.
Un tasso di interesse del 4 % per la Stato impone le societa' industriali e commerciali di pagare un tasso anche maggiore e poche societa' possono essere sicure di aver poi un rendimento maggiore.
Si avra' pertanto un grosso freno allo sviluppo.
Anche i mercati finanziari ne soffriranno.

Lo sviluppo delle industrie e' legato agli investimenti.
In genere le societa' piu' innovative, quelle che crescono di piu', ricorrono a prestiti per finanziari gli investimenti, ma devono essere certi di avere un ritorno dagli investimenti maggiore del tasso di interesse richiesto.
Chi puo' essere certo di avere un rendimento maggiore di quello offerto dallo stato che in serie difficolta' con il deficit ed i debiti accumulati offre tassi di interesse assurdi?
Lo stato strangola lo sviluppo

Lo sviluppo del solare

 Il programma tedesco 100 mila tetti solari del 1999 aveva un predecessore nel 1991.
Il programma ebbe successo, i costi da allora ad oggi sono scesi di oltre un fattore 30.
Adesso le fabbriche riescono a costruire pannelli per 0.2 €/watt.
L'elettronica non ha avuto altrettanto successo, tuttavia fra elettronica e pannelli il prezzo alla fabbrica e' inferiore a 0.5 €/watt.
Il progresso maggiore tuttavia e' legato all'uso del silicio monocristallino, che consente di avere un buon rendimento anche con cielo coperto.
Con cielo coperto il rendimento dei pannelli con silicio monocristallino e' praticamente doppio rispetto alle altre tecnologie. Cio' e' importante nei paesi nordici.

Il grafico sotto mostra in giallo l'energia prodotta da impianti solari in vari paesi.

Con eccezione dell'Autralia e dell'Olanda nessuna nazione produce piu' di un MWh per anno per persona. I dati sono presi dal sito The conversation , che mi sembra affidabile.
Molto deludente la posizione dell'Italia.
Ecco alcuni dati per avere un riferimento per la comprensione del grafico.
Il consume pro-capite in Europa e' di 5.4 MWh per anno, in America praticamente il doppio, in Italia l'otto per cento in memo.
Si e' quindi lontani a coprire il fabbisogno energetico con le energie rinnovabili.
Occorre anche tenere presente che il consumo domestico di energia elettrica e' il 38 % del consumo totali, essendo la maggior parte, 62 %, utilizzata per uso industriale e per uso commerciale.

Con molta facilita' potrebbe essere fatto molto di piu' per aumentare l'uso del solare.
Ecco un tetto solare in Inghilterra, Hayling Island.


L'impianto e' molto piccolo, solo 8 pannelli per un totale di 16 metri quadri, tuttavia produce oltre 2.8 MWh per anno, Quindi ben 10 volte di piu' di quanto prodottopro-capite attualmente in UK.
Basterebbe imporre che tutte le nuove licenze edilizie comportino l'installazione di tetti solari.
 pro-capite Piu' che sufficiente per coprire il fabbisogno domestico nei mesi da febbraio ad ottobre con batterie di back-up di 6.5 KWh.
Occorre tenere presente che le ore di sole ad Hayling Island, sud di Inghilterra, sono 1200 per anno contro le 3000 ore per anno di Catania.
Con l'uso di silicio monocristallino l'impiato produce anche con cielo coperto.

Cosa fare per ridurre l'uso di combustibili fossili.
Tutte le nuove licenze edilizie devono imporre l'installazione di tetti solari.
Tutte le case isolate devono pagare una sovrapprezzo se non hanno un impianto solare.
In Italia dopo la nazionalizzazione del sistema energetico Enel fu costretta per legge a fornire energia alla rete, adesso la situazione potrebbe essere invertita, le case rurali devono fornire energia alla rete.
Avere regolamenti rigorosi per cio' che riguarda la responsabilita' del futuro smantellamento dell'impianto.

Alcune considerazioni finali.
- un impianto deve necessariamente avere delle batterie di back-up che di fatto raddoppiano il costo dell'impianto. Lo sviluppo di impianti centralizzati potrebbe ridurre i costi.
- il costi di installazione per l'utente sono molto piu' alti dei costi alla fabbrica.
Gran parte dei grandi margini vanno all'installatore ed in minor parte al grossista.
La situazione andrebbe corretta
- le ore di sole nei paesi nordici durante l'inverno si riducono molto. Ad Oxford d'inverno le ore di sole si riducono a 56 ore al mese, invece d'estate si hanno ben 215 ore di sole. Per confronto a Catania si hanno rispettivamente 111 e 315 ore. E' quindi impossibile progettare in modo ottimale un impianto: se produce quanto basta d'inverno, d'estate si avra' una produzione in eccesso di almeno un fattore tre.
Lo storage di lungo periodo e' possibile solo con impianti idroelettrici come quello dell'Anapo, ma sono troppo costosi.




domenica 28 maggio 2023

I ministri tavernari

 Era questo il titolo di un editoriale della seconda meta' degli 70 del Corriere della Sera.
Circolavano in quel periodo i mini assegni.
Le banche si arrangiavano come potevano per supplire al fatto che la zecca non riusciva a far fronte alle richieste, perche' le innovazioni antifalsificazione apportate avevano allungato i tempi di lavorazione.
Alla zecca lavoravano, ad un solo turno, circa 50 persone.
Occorreva introdurre un secondo turno.

Secondo l'editorialista i ministri dell'epoca non sarebbero  stati in grado di gestire un'osteria.
La circolazione degli assegni duro' infatti piu' di due anni.
La cosa stranamente mi divertiva, perche' ST, nello stesso periodo, passava all'orario continuativo, cioe' introduceva il turno di notte, non solo ad Agrate, Milano, ma anche a Catania.


Quarantacinque anni dopo siamo nella stessa situazione, questa volta per il rinnovo dei passaporti.
La richiesta e' aumentata da 1.8 milioni di nuovi passaporti per anno del periodo pre pandemia a, forse,  tre milioni di adesso.
La procedura per il il rinnovo e' semplice:
- compilazione di un modulo
- fotocopia della carta di identita'
- versamento di 42.50 € al Ministero dell'Economia e Finanze
- acquisto di una marca da bollo di 73.50 €
- eventuale pagamento al portalettere di 8.20 € per la consegna a domicilio.

La difficolta' consiste nel fatto che, per avere l'appuntamento alla questura per la consegna dei documenti, i tempi di attesa superano i quattro mesi praticamente in tutta Italia.
La procedura e' praticamente immutata da oltre 20 anni.
Se gestita da un privato la procedura, con un fatturato di 200~300 M€ per anno, darebbe luogo ad un grosso profitto ed a molte innovazioni.
Il tempo di acquisizione dei dati ed impronta digitale e di meno di 10 minuti ma potrebbe essere grandemente ridotta.
Tutti i dati richiesti sono infatti disponibili presso la pubblica amministrazione.
Non si capisce inoltre perche' vi debbano essere tre diverse forme di pagamento e perche' chi riceve le richiesta non possa ricevere il dovuto.
Ormai tutti riescono ad eseguire transazioni finanziarie in maniera digitale.
Anche l'acqisizione delle foto potrebbe essere semplificata.
Alla palestra del paesino dove vivo rilasciano il badge con la foto fatta con una camera collegata al PC.
A Shangai si pagano i mezzi di trasporto con il riconoscimento facciale.
La digitalizzazione della foto 35x40 non fa molto senso, dovrebbe essere trasferito il file digitale.
Non capisco poi la distruzione delle impronte digitali, fatta dopo l'acquisizione.
La stampa delle 48 pagine del passaporto di cui due personalizzate non dovrebbe essere un problema, visto che il formato e' unificato per tutta l'Europa.
Molte altre semplificazione sono possibili. Parte del lavoro potrebbe essere svolto dalle tabaccherie.
Oltre ai costi sopportati dalla pubblica amministrazione vi e' da considerare il tempo fatto perdere al cittadino.
In una societa' moderna e' essenziale che la pubblica amministrazione segua il progresso tecnologico e si ponga l'obiettivo di migliorare il servizio che offre.
La pubblica amministrazione e' un freno molto forte allo sviluppo dell'Italia.
Non e' comunque solo l'Italia che fallisce i propri obiettivi, in Inghilterra il servizio sanitario tiene in attesa di interventi chirurgici decina di migliaia di pazienti oltre due anni.