domenica 25 giugno 2023

La popolazione in Italia. Un problema prioritario, dati statistici.

 



Il 1964 ha segnato la fine del baby boom.
I nati furono oltre un milione. Da allora il numero di nascite ha continuato a diminuire; con la crisi del 2008 la tendenza ha subito una ulteriore accelerazione. Le nascite nel 2021 sono state poco piu' di 400 mila, grazie anche anche ai 54 mila nati da cittadini stranieri.
I problemi  che la pubblica amministrazione deve affrontare sono enormi.
In questo e nei prossimi blog saranno date: delle indicazioni statistiche del problema, delle indicazioni sulle conseguenze sulla sanita', sulla educazione, sulla economia e sulla finanza.
Affrontare il problema come un problema di asili e sulla necessita' di invertire l'andamento e' riduttivo e sbagliato.
Il problema e' in essere da oltre 70 anni e sicuramente procedera' per almeno altri 40 anni.
Occorre trovare soluzioni innovative e che siano perseguibili per lungo tempo.

Nel grafico sopra e' indicata la popolazione residente.
La curva in nero ripartisce la popolazione con un numero di nascite costante nel tempo.
Si osservi come l'eccesso di nascite del baby boom comincia gia' a raggiungere l'eta' della pensione, ma il grosso del baby boom ancora lavora. 
Abbiamo un eccesso di lavoratori rispetto alle altre due fasce, quella dell'educazione e quella della pensione. Questo non puo' che avere un effetto positivo sui coni economici della nazione.
Si tenga anche conto che la maggior parte dei  costi della sanita' sono concentrati nell'eta' senile.
Ci sia avvia quindi verso una situazione in cui quasi un milione di cittadini raggiungera' l'eta' della pensione e solo 600 mila giovani si avvicinano all'eta' lavorativa.

La situazione e' anche peggiore: negli ultimi 20 anni si e' avuto un flusso netto di migrazione notevole.
Su 59 milioni di residenti 5 milioni sono stranieri.
Nella fascia di eta' tra i 32 ed i 42 anni gli stranieri costituiscono il 20 % della popolazione.
Gli immigrati non sono dottori come in Inghilterra dove vi e' un gran numero di medici indiani o pachistani ma persone poco qualificate, la stragrande maggioranza lavora sia pure in nero o in attività marginale ed a scarsa produttivita'.
Il flusso migratorio fa si che apparentemente la riduzione della popolazione sia solo del tre per mille.
Se non si tiene conto dei flussi migratori non si ha un quadro chiaro della situazione,

Un altro aspetto importante e' la ripartizione della riduzione della popolazione sia geograficamente sia rispetto alle dimensioni dei centri urbani.

Nella figura sono rappresentati gli otto mila comuni in relazione alla variazione di popolazione negli ultimi 10 anni.
In rosso i comuni che perdono abitanti, in giallo i comuni con modesta variazione, in verde quelli in crescita ed i blu le poche citta' dove la popolazione decisamente cresce.
Si nota subito come il problema interessi principalmente il sud del paese.
In Lombardia, Emilia Romagna si ha una modesta crescita, dovuta ai movimenti migratori.
Roma e Milano hanno una buona crescita.



Un aspetto molto importante e' la variazione della popolazione in funzione della dimensione del centro.
Molte cittadine al di sotto di 10 mila abitanti hanno avuto riduzioni della popolazione anche oltre il 10 percento, Variazioni cosi grandi rendono difficile garantire un adeguato servizio sanitario ed una adeguata istruzione e mettono a dura prova i bilanci comunali.





Nessun commento:

Posta un commento